Panda inizia con un intenso accordo di verde rugiada e accenni di calore pepato, seguito da fiori d'arancio e gigli, per arrivare infine a radici terrose e muschi umidi. Non si tratta tanto di un panda roly-poly, quanto piuttosto di una cronaca del suo lento passeggiare tra sorgenti di montagna e boschetti di bambù, sgranocchiando gambi e foglie e vivendo in pratica uno stile di vita da panda molto low-key, low-stress e sereno. Molto più tardi si avverte un lieve sentore di legno di sandalo; forse l'ultima tappa del suo viaggio è un tempio in ombra al tramonto, per accendere un bastoncino d'incenso e ringraziare gli dei per la sua buona sorte.
Il quadro che ho dipinto con Panda è un trittico.
Nella prima scena, il verde è verde, verde pungente.
Il bambù è fresco, verde e acquatico. Aggiunge umidità all'apertura. Abbinato agli agrumi acuti e aspri, al pepe di Sichuan piccante e al tè verde amaro, è davvero un campanello d'allarme.
Non si sente molto il muschio irritante che ho visto menzionare da altri.
Anche qui sento della frutta. Qualcosa di pungente come l'ananas. È interessante che non mangino frutta in natura, ma in cattività sì. Forse un'altra sfaccettatura della storia.
Nella seconda scena, è marrone.
Il suolo della foresta è coperto di foglie. Aiutate dal calpestio e dall'umidità, le foglie si stanno rompendo, lasciando dietro di sé uno strato umido, grasso e muschioso.
Nella terza scena la situazione si fa più "secca".
Il Panda si è allontanato. Ciò che ci rimane è un muschio persistente.
Ci sono fiori e legni importanti, con il vetiver di Haiti in particolare che dà un profumo molto secco e leggermente affumicato. C'è una dolcezza persistente e il fumo dell'incenso.
Forse sto cercando di renderlo troppo fantastico, ma potrebbe essere la rara occasione in cui il bambù fiorisce e muore, lasciando al Panda solo l'opzione di andare alla ricerca di altro cibo? Chi lo sa.
Se volete il verde. Questo è quanto.